Secondo l’ultimo report dell’istituto di ricerche statunitense Gallup, il 13% degli impiegati nelle aziende di 142 paesi (tra cui l’Italia) in cui l’istituto ha svolto l’indagine, si sente entusiasta e coinvolto nel proprio lavoro e nell’azienda presso cui presta l’opera.
Il 63% risulta “non coinvolto” evidenziando scarsa motivazione e propensione a raggiungere gli obiettivi aziendali.
Il restante 24% rema decisamente contro perchè fortemente insoddisfatto e improduttivo nonchè capace di influenzare negativamente i propri colleghi.
La situazione è generalmente molto sconfortante e i valori dell’Italia sono in linea con questo triste quadro (in coda al post riporto la tabella con i risultati di quasi 100 paesi). Ho approfondito i paramentri usati dall’istituto per arrivare a questa conclusione statistica e scoperto che le domande che concorrono a creare l’indice sono le seguenti:
- So che cosa ci si aspetta da me al lavoro
- Ho la formazione e gli strumenti per far bene il mio lavoro
- Al lavoro, ho l’opportunità di fare quello che so fare meglio ogni giorno
- Negli ultimi sette giorni, ho ricevuto riconoscimenti o apprezzamenti per aver fatto un buon lavoro
- Il mio capo sembra curarsi di me come persona
- C’è qualcuno che incoraggia il mio sviluppo
- Al lavoro, le mie opinioni sembrano contare
- La missione o lo scopo della mia organizzazione mi fa percepire che il mio lavoro sia importante
- I miei colleghi di lavoro sono impegnati a fare un lavoro di qualità
- Ho uno dei miei migliori amici sul posto di lavoro
- Negli ultimi sei mesi, qualcuno al lavoro ha parlato con me dei miei progressi
- Nel corso dell’ultimo anno ho avuto l’opportunità di imparare e crescere
L’istituto afferma che tali domande sono state selezionate dopo anni di esperienza come quelle più significative per identificare il coinvolgimento nel lavoro. A parte il fatto che non vi sia alcun cenno alla sicurezza del posto di lavoro, la mia impressione è che il questionario vada ad identificare un ideale lavorativo dove al centro è la valorizzazione della persona, concetto poco prioritario non solo nel mondo del lavoro ma nell’intera società civile.
Le persone spendono gran parte del proprio tempo al lavoro ed è inevitabile che questo si rifletta sulla qualità della propria vita complessiva. Mi pongo a questo punto due domande:
- aumentare la qualità della vita dei lavoratori è sufficiente a garantire una crescita sostenibile per aziende, comunità e stati?
- aziende come Amazon sono generalmente apprezzate per l’alta qualità del servizio al cliente e i prezzi competitivi anche se a scapito delle condizioni lavorative al proprio interno: un simile modello di successo potrebbe esistere con anche l’attenzione al capitale umano o è pretendere troppo?