Due settimane fa l’Università della California Berkeley ha dato avvio ad un corso sulla felicità che è possibile seguire online nell’ambito dell’offerta mooc della piattaforma Edx.
Che una materia così particolare possa essere insegnata in un’aula scolastica con un approccio sistematico e scientifico lascia di primo acchito interdetti.
In realtà è già attiva da alcuni anni una nuova branca della psicologia, partita dagli studi di Martin Seligman, che si occupa di tutti quegli aspetti che favoriscono il benessere personale e il raggiunguimento di una migliore qualità della vita, siano essi psicologici che fisiologici.
Il punto di partenza di questa “psicologia positiva” è il seguente: siamo pieni di studi sullo stress, l’ansia, la paura, la rabbia,… perchè non cambiare prospettiva e focalizzare l’attenzione su su ciò che invece rende le persone felici?
Essere felici non significa essere esentati dal provare emozioni negative, come il dolore, la tristezza o la rabbia. Ci sono momenti particolari, da piccoli incovenienti a grandi tragedie, in cui le emozioni negative prendono il sopravvento ma queste non necessariamente cancellano uno stato generale di felicità.
Studi scientifici su numerosi casi hanno dimostrato che la felicità delle persone è influenzata per il 50% da componenti genetiche, per il 10% dalle circostanze e per il 40% dalle attività quotidiane. E’ su questo 40% che ognuno di noi può influire con il proprio comportamento.
Tutti noi tendiamo a soffermarci su ciò che va male nella nostra vita (un errore che abbiamo fatto sul posto di lavoro, una serata che non è andata come avevamo pianificato,…). Se lo facciamo troppo spesso corriamo il rischio di enfatizzare le disavventure e le delusioni, di pensare che la nostra vita sia permeata solo di negatività e di deprimerci. Cogliendio il lato positivo anche quando le cose vanno male si riesce ad attutire l’impatto delle emozioni negative e a generare il punto di svolta.
Un esercizio proposto nella prima lezione del corso è il seguente: trovare il lato positivo di un’esperienza negativa.
Tempo da dedicare: 10 minuti al giorno per tre settimane
La fase successiva è quella di pensare a una cosa che ultimamente ci ha fatto sentire frustrati, irritati o turbati e di descriverla brevemente per iscritto.
Ultima fase è quella di fare una lista di tre cose che possono aiutare a vedere il lato positivo di questa situazione.
- è stato comunque un ottimo esercizio il correre per cercare di raggiungerlo;
- siamo fortunati a vivere in una città dove c’e un altro autobus a soli 10 minuti o dove gli autobus passano sempre puntuali;
- a dieci anni da oggi, è probabile che non ricorderò nulla di quanto sia accaduto questa mattina.