L’obsoleto e la sua nemesi

FirechatSui giornali di oggi mi hanno colpito due notizie che apparentemente non hanno relazione tra loro.
La prima è quella sul decreto legge che in Turchia impone ai ragazzi un codice di abbigliamento e condotta molto restrittivo. Informazione questa che segue di qualche mese le forti limitazioni all’accesso di internet e dei social media attuate dallo stesso regime.
La seconda è quella che ci informa del boom di utilizzo di una applicazione per comunicare tra telefoni cellulari senza l’uso di internet, utile in caso di rivolta.

Le considerazioni che mi sono venute in mente sono:

  1. in un mondo sempre più interconnesso dove le informazioni viaggiano e si diffondono alla velocità della luce e in cui i giovani sono sempre più padroni delle nuove tecnologie, ci sono stati democratici (o che comunque hanno regolari elezioni con un sistema multipartitico) che anzichè cavalcare l’onda del progresso si sforzano di spingere il paese controcorrente con regole arcaiche e pratiche più che obsolete;
  2. le restrizioni incitano alla ribellione e stimolano la creatività e l’innovazione. Tanto più gli individui si sentono soffocati nelle loro libertà elementari tanto più mettono in pista energie superiori per riconquistare i loro diritti.

Il veleno genererà il suo antidoto. Non è possibile fermare il progresso e l’innovazione avrà la meglio come quei fiori che sbucano nei deserti.

 


 

Turchia, Erdogan vieta tatuaggi e capelli colorati a scuola: infuria la polemica

Gli studenti, si legge sul sito web del giornale Hurriyet che riporta le nuove regole, «devono presentarsi a scuola con il volto visibile: non possono usare sciarpe, berretti, cappelli, borse o altri accessori con simboli politici o scritte; non si possono tingere i capelli, non possono avere tatuaggi né sfoggiare il trucco; non possono avere piercing, né baffi né barba». Fiore che sbuca
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/turchia_erdogan_velo_scuola_capelli_piercing/notizie/928352.shtml

 

A Hong Kong spopola FireChat. L’app dei manifestanti che funziona senza internet

Più di 100 mila download nelle ultime 24 ore. Il sistema di messaggistica anonima sfrutta le connessioni bluetooth e wi-fi per mettere in contatto gli smartphone.
In questi giorni l’applicazione più scaricata a Hong Kong è stata FireChat, uno strumento di messaggistica istantanea e anonima, spesso confuso per una delle tante alternative a Whatsapp o WeChat. Ma quello che distingue FireChat e che ne sta facendo uno strumento fondamentale per i manifestanti è la possibilità di comunicare senza bisogno di una connessione internet.
Il boom di download a Hong Kong si spiega facilmente. L’applicazione, infatti, non solo permette di comunicare anche in presenza di un blackout forzato (uno dei timori dei manifestanti che stanno sfruttando internet anche per far filtrare informazioni sulle proteste all’estero), ma anche in una condizione di congestione della rete: a protestare in piazza, infatti, sono diverse migliaia di persone.
http://www.lastampa.it/2014/09/29/tecnologia/a-hong-kong-spopola-firechat-lapp-dei-manifestanti-che-funziona-senza-internet-JH8stth2kXzpesVJpO5NoL/pagina.html

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