La Felicità si raggiunge ascoltando la musica giusta

La musica mi piace e il mio percorso di ascoltatore mi ha portato con gli anni ad esplorare vari generi ed artisti, senza preclusione alcuna.
Non ho timore ad ammettere che ogni anno guardo con interesse il Festival di Sanremo anche se poi con il tempo le mie preferenze si sono indirizzate verso un genere che non ha nulla a che vedere con le proposte che provengono dalla riviera ligure.

In un precedente post ho evidenziato come dal punto di vista statistico ci sono tutti gli strumenti per prevedere il successo di un brano musicale: è sufficiente esaminarlo in tutte le sue componenti musicali (chiave, bpm, timbro, tono,…) e confrontarlo tramite un algoritmo matematico con un database di canzoni il più ampio possibile.
Il neuroscienziato Jacob Jolij della Holland’s University of Groningen ha applicato un procedimento simile per individuare quali sono le caratteristiche che permettono ai brani musicali di cambiare il nostro umore e renderci positivi e felici.

Ne ha addirittura tratto una formula matematica che evidenzia quanto possa essere “scientifico” il procedimento. Dr Jacob Jolij - The Feel Good Song FormulaIn sintesi, gli aspetti caratterizzanti le canzoni che stimolano il buon umore sono:

  • un tempo molto alto, di circa 150 battiti al minuto, capace di stimolare un senso di energia;
  • toni alti;
  • un testo che richiami le vacanze, momenti spensierati o comunque positivi.

Come diretta emanazione di questa ricerca sono state pubblicate in Spotify due liste di canzoni che, più di altre, ci aiutano a stare meglio. Una è relativa a brani anni 70-80:

Spotify Alba’s Top Feel Good Tunes old

L’altra invece riguarda composizioni più recenti:

Spotify Alba’s Top Feel Good Tunes newLa ricerca è stata commissionata da Alba che è un marchio di elettronica di consumo facente parte di Argos, uno dei principali retailer inglesi, attivo con negozi fisici e vendite online. Lo scopo è di pura comunicazione, un modo per far parlare di sè.
Tuttavia il procedimento è codificato e può essere ulteriormente affinato. Lo stesso autore si chiede se le case discografiche possano usarlo per influenzare creativamente la produzione dei propri artisti. Non so se sia un bene.

Tra tutti i brani evidenziati la mia preferenza va a quello di Katy Perry

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.