Scoperta la modalità per cancellare i cattivi ricordi

Testa e memoriaI ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno scoperto i meccanismi che regolano la permanenza dei ricordi nel nostro cervello.
Lo studio evidenzia che potenziando chimicamente l’attività del gene Tet1 si crea un effetto di “cancellazione” di ricordi traumatici non inibendo contemporaneamente la possibilità per il cercello di imparare nuovamente e sostituire tali ricordi con altri positivi.

Gli esperimenti sono stati condotti su topi da laboratorio che dopo il “trattamento” dimenticano il timore di rientrare in una stanza dove avevano precedentemente subìto delle scariche elettriche e che avevano quindi imparato ad evitare. Questa scoperta lascia ipotizzare la possibilità di creare nuovi trattamenti per la cura di pazienti affetti da traumi o forti stress emotivi.
Sembra che l’esperienza spiacevole (e i sentimenti e pensieri ad essa associati) risiedono nel sistema nervoso, continuando ad influenzare i pensieri, i comportamenti e le emozioni presenti. Il carattere di urgenza e di pericolo che caratterizzano il trauma fanno sì che le informazioni associate all’evento vengano archiviate nella nostra memoria come frammenti di ricordi non associati al contesto che li ha prodotti. Se questa reazione può aiutare la persona a sopravvivere nell’immediato all’evento, diviene altamente problematica quando non è seguita da un’elaborazione successiva. Incubi, ricordi ricorrenti ed intrusivi iniziano a fare capolino continuamente. È come se il cervello risultasse bloccato ad una certa scena della vita della persona, scena che riaffiora come attuale quando si presenta uno stimolo collegato all’evento originario e nei momenti più inaspettati.

Una scoperta di questo tipo fa prospettare nuovi scenari nel trattamento delle vittime dei traumi, siano essi grandi catastrofi, incidenti stradali, aggressioni o violenze. E giunge sicuramente nel momento giusto considerando quanto i media e le nuove tecnologie hanno ridotto le distanze e accelerato la comunicazione, ampliando ed amplificando gli effetti indiretti degli eventi traumatici.

Tuttavia, mi sorgono due dubbi:

  1. quanto potrà essere selettivo il meccanismo di cancellazione alimentato da una, seppur ben dosata, cura biochimica? Mi sembra difficile che si riesca a distinguere tra ricordi che si vogliono cancellare ed altri che magari, anche se non particolarmente piacevoli, si vogliono comunque conservare;
  2. noi siamo il frutto delle nostre esperienze, delle nostre conquiste e dei nostri errori: siamo sicuri che saremmo delle persone migliori senza alcuni pezzi del nostro passato? Anna Magnani diceva “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!”.

Il grande Philip K. Dick nel suo romanzo breve “We Can Remember It for You Wholesale” aveva già prefigurato un futuro in cui la manipolazione della memoria era all’ordine del giorno.
E nel successivo film Total Recall, che ne riprende la storia, il regista Paul Verhoeven, in una serie di sequenze memorabili, ci aveva mostrato quanto è allettante il semplice e diabolico meccanismo.

 

Un commento su “Scoperta la modalità per cancellare i cattivi ricordi”

  1. Già con le attuali tecniche di regressione è possibile far rivivere dei particolari momenti, intervenire e modificarli. Ricordo che nel 1998 ho partecipato all’evento che Anthony Robbins (www.tonyrobbins.com) ha tenuto a Milano, dove ha sperimentato la tecnica di regressione su una partecipante. Ricordo il “gravissimo” problema che la ragazza aveva dichiarato di avere e dopo la regressione e la manipolazione la ragazza, dalle sue dichiarazione sembrava davvero guarita. Sinceramente l’episodio non mi aveva del tutto convinto, forse anche per la gravità del problema che aveva dichiarato, ma alcuni anni dopo e con un problema davvero minore a quanto dichiarato da quella ragazza, personalmente e volontariamente mi sono sottoposto ad una di queste pratiche. Da alcuni anni soffrivo di una specie di fobia generata da un fatto realmente avvenuto, con l’aiuto di un bravo terapeuta mi ha fatto rivivere il momento e ha modificato la mia reazione. Da allora, ricordo perfettamente l’evento, ma non provo più lo stesso malessere. Tempo dopo, durante un corso di formazione dove si sperimentava la tecnica dell’autoipnosi, ho accettato di farmi sottoporre ad un esperimento simile con un risultato disastroso per il docente di cui, molto probabilmente non trovavo fiducia. Il mio subconscio non ha accettato la manipolazione ed il mio corpo ha reagito contraendosi in maniera anomala e vistosa, tanto da spaventare la platea e lo stesso docente.
    Quindi attenzione ai manipolatori!
    PS: per chi si chiede qual era il mio problema, è che assistendo ad un intervento di sterilizzazione del mio gatto ho provato una sensazione di malessere generale e sono quasi svenuto. Ogni volta che ricordavo l’evento provavo la stessa situazione ed arrivavo quasi al punto di svenire. Oggi ne parlo tranquillamente senza nessun disagio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.